Giovanni de Dondi

Astrarium von Giovanni Dondi (XIV Jahrhundert). Wiederaufbau, Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, Mailand.

Giovanni de’ Dondi, auch Giovanni Dondi dall’Orologio (* 1318 in Chioggia, Venetien, Italien; † 22. Juni 1389 in Mailand, Lombardei), war ein italienischer Gelehrter und Hochschullehrer. Er entwickelte das Astrarium, eine der ersten öffentlichen astronomischen Uhren der Welt.

Familie

Giovanni war der Sohn des Stadtphysicus Jacopo de Dondi (1290–1359), der nach seinem Studium an der Universität Padua in Chioggia als Lehrer und Arzt tätig war, sich aber nebenbei mit Astronomie und dem Bau von Uhren beschäftigte.

Giovanni de’ Dondi war zweimal verheiratet. In erster Ehe heiratete er im September 1354 in Padua Giovanna di Reprandino dalle Calze. Aus dieser Ehe stammen der Sohn Jacopo und vier Töchter. Sofort nach dem Tod seiner ersten Ehefrau heiratete er im Juli 1379 in Pavia Caterina di Gerardo da Tergola und bekam mit ihr weitere vier Kinder.

Leben

Dondi, Zeitgenosse und späterer Freund des Dichters Francesco Petrarca (1304–1374), folgte 1348 seinem Vater an die Universität Padua, der dort schon seit 1342 eine Professur an der medizinischen Fakultät hatte, und wohnte mit ihm gegenüber dem Pozzo Mendolo. Nach seinem Studium wurde Giovanni etwa 1350/1352 ebenfalls Medizin-Professor an dieser Universität. Im Jahr 1359 wurde er Mitglied der vier Fakultäten Medizin, Astrologie, Philosophie und Logik (Mathematik) und erhielt Anerkennung für seine fachübergreifende Lehre.

Von 1368 bis 1370 war er Professor für Medizin an der Universität Florenz. Im Jahr 1371 wurde Dondi zum Botschafter in Venedig berufen und 1372 gehörte er einem Kreis von fünf Bürgern an, die sich um bessere diplomatische Beziehungen zwischen Carrara und der venetianischen Republik bemühen sollten. Doch noch im selben Jahr wechselte er zu einem ähnlichen Kreis in Padua, der einen Krieg gegen Venedig in Erwägung zog.

Nach dem Venedig-Konflikt scheint Dondi die Gunst seines bisherigen Förderers Francesco de Carrara, des Prinzen von Padua, verloren zu haben. Inzwischen war Dondi aber mit Gian Galeazzo Visconti (1351–1402) von Pavia befreundet, der ihn mit Geld und Ehrungen an seine Universität lockte. So ging Dondi an die Universität Pavia, wirkte dort als Professor und Diplomat und wohnte (August 1382) in Viscontis Palast. Erst im September 1387 baute er sich in Pavia seine eigene Residenz.

Bei einem seiner letzten Besuche bei Antoniotto Adorno, dem Dogen von Genua, erkrankte Dondi und starb 1389 in Mailand. Sein Leichnam wurde neben dem seines Vaters in der Familiengruft zu Padua beigesetzt.

Astrarium

Zeichnung des Astrariums von de Dondi

Dondi war durch seinen Vater zur Astronomie und zur Uhrmacherei gekommen. Dieser hatte mit Förderung des Prinzen Ubertino de Carrara in Padua eine öffentliche Schlagwerkuhr für dessen Palazzo del Capitanio gebaut, die schon 1344 in den Palastturm eingebaut wurde. Die Uhr wurde allerdings im Jahr 1390 zerstört, als die Mailänder den Palast stürmten.

Giovanni wurde einer der bedeutendsten Astronomen seiner Zeit. Gleich nach seiner Ankunft in Padua im Jahr 1348 begann er mit dem Entwurf und dem Bau seiner eigenen astronomischen Uhr, des sogenannten „Astrariums“ oder „Planetariums“, einer mechanischen Räderuhr mit Gewichtantrieb und Schlagwerk. Er schloss diese Arbeit erst 1364 ab, also 16 Jahre später, und ließ seine Erfindung auf dem großen Marktplatz von Padua aufstellen. Diese Uhr zeigte u. a. den Lauf der Sonne, des Mondes und der damals bekannten fünf Planeten Venus, Mars, Saturn, Merkur und Jupiter um die Erde als Zentrum – gemäß dem damals vorherrschenden ptolemäischen Weltbild (siehe auch: Almagest). Außerdem wurde erstmals die Länge eines jeden Tages in Stunden und Minuten, das genaue Datum und der Name des zu ehrenden Heiligen angezeigt. Das Original des „Astrariums“ ging 1630 in Mantua verloren, doch Modelle stehen heute im Mailänder Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, im Washingtoner National Museum of American History des Smithsonian Instituts, im Pariser Observatorium, im Londoner Science Museum, im Internationalen Uhrenmuseum La Chaux-de-Fonds und im Uhrenmuseum Beyer in Zürich (Schweiz).

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Werke

Sein berühmtestes Werk ist die Schrift Tractatus Astrarii, erschienen 1389 in Padua, deren Reprint 1960 von der Vatikanischen Bibliothek in Rom, im Jahr 2003 vom Genfer Verlag Droz neu herausgegeben wurde.

Literatur

  • G. H. Baillie, H. Alan Lloyd, F. A. B. Ward: The Planetarium of Giovanni de Dondi, Citizen of Padua, in: Journal for the History of Astronomy, Vol. 6, S. 126, 1975
  • Emmanuel Poulle (Herausgeber) Tractatus Astrarii: Giovanni Dondi dall'Orologio, Genf, Droz 2003 (kritische Ausgabe, Latein und französische Übersetzung), ISBN 2-600-00810-1
  • Henri Bach: Das Astrarium des Giovanni de Dondi, in: Schriften des Historisch-Wissenschaftlichen Fachkreises „Freunde alter Uhren“, Deutsche Gesellschaft für Chronometrie (Hrsg.), Band XXIV/B Sonderdruck, Ditzingen 1985
  • Silvio A. Bedini, Francis R. Maddison: Mechanical Universe – The Astrarium of Giovanni de’ Dondi, in: Transactions of the American Philosophical Society, Volume 56, Part 5, Philadelphia 1966
  • Lynn Thorndike: The Clocks of Jacopo and Giovanni de’ Dondi, in: Isis, Vol. 10, No. 2, University of Chicago Press, Chicago 1928

Belletristik

  • Hans Magnus Enzensberger: Mausoleum. Siebenunddreißig Balladen aus der Geschichte des Fortschritts. Suhrkamp Verlag, 1978, ISBN 3-518-01602-4

Weblinks

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L'astrario di Giovanni Dondi è un orologio astronomico che mostra l'ora, il calendario annuale, il movimento dei pianeti, del Sole e della Luna. Il meccanismo è mosso da un orologio collocato nella parte inferiore della struttura. L'orologio è regolato da un bilanciere con scappamento a verga azionato da un motore a pesi con un sistema di contrappeso denominato "volgi e svolgi". Il bilanciere compie un battito ogni due secondi. Questo dato si deduce dagli ingranaggi dell'orologio. Esso è composto infatti di tre ruote: ruota maestra di 120 denti, seconda ruota di 80 denti con pignone di 12 ali, ruota scappamento di 27 denti con pignone di 10 ali. Coassiale e fissata alla ruota maestra, vi è una ruota di 24 denti che ingrana in una ruota di 20 denti, il cui pignone di 12 ali fornisce il moto alla sfera oraria di 144 denti. Il quadrante, la cosiddetta "Sfera Oraria", mostra le ore secondo una suddivisione in 24, di conseguenza la ruota deve compiere un giro completo in un giorno La ruota maestra è sua volta collegata con diversi ingranaggi ai quadranti posti nella parte superiore della struttura. I sette quadranti rappresentano i movimenti dei pianeti allora conosciuti (Marte, Mercurio, Venere, Giove, Saturno), del "Primo Mobile", che descrive il moto delle stelle fisse, e della Luna. Sotto quest'ultimo si trova un ulteriore quadrante che riporta la posizione del nostro satellite rispetto a quella del Sole e permette di calcolare le date delle eclissi (la cosdetta Linea dei nodi). La lettura della posizione dei pianeti avviene rispetto ad una doppia scala graduata: scala dei mesi (mobile) e scala dello zodiaco (fissa); la scala dei mesi mobile può essere aggiustata rispetto al disco più interno per aggiustare la data indicata rispetto a quella siderale Al centro della struttura una grande ruota svolge la funzione di calendario riportando, sul bordo esterno, i giorni di ciascun mese dell'anno. Per ogni giorno sono indicati l'ora dell'alba e del tramonto (alla latitudine di Padova), la "lettera domenicale" che determina la successione dei giorni della settimana e il nome dei santi e la data delle feste fisse della Chiesa. La lettura del giorno si effettua attraverso un'apposita feritoia laterale.


Notizie storico-critiche
I quadranti dei pianeti, della Luna e del "Primo Mobile" realizzano meccanicamente i principi dell'astronomia tolemaica, che supponeva la Terra immobile, al centro dell'Universo. La teoria originale, dovuta ad Eudosso (408 a.C. - 355 a.C.), vede la Terra circondata da sfere concentriche che contengono ciascuna un pianeta. L'ultima sfera, quella più esterna, il "Primo Mobile" era quella che riceveva il movimento per volontà divina e lo trasmetteva a sua volta a tutte le altre sfere. Lo schema originale fu successivamente perfezionato, per arrivare a spiegare le anomalie dei movimenti dei Pianeti (i cosiddetti "moti retrogradi"), fino ad arrivare alla teoria elaborata da Tolomeo (100 ca. - 175 ca.) in cui il moto degli astri è realizzato utilizzando un sistema di epicicli - la circonferenza su cui si spostano i pianeti - il cui centro si muove a sua volta lungo una circonferenza più grande, il deferente, fissa intorno alla Terra L'orologio originale fu costruito nella seconda metà del 1300, presumibilmente tra il 1365 e il 1384, secondo la datazione più accreditata basata sui riferimenti astronomici riportati dal Dondi per la costruzione del suo complesso meccanismo. Le ultime notizie relative all'oggetto risalgono al 1529 quando viene citato in occasione dell'arrivo in Italia di Carlo V, re di Spagna e Imperatore del Sacro Romano Impero. Riportato ormai come in cattivo stato di conservazione e necessitante di manutenzione, andò presumibilmente distrutto negli anni successivi Il Tractus Astrarii scritto da Giovanni Dondi riporta fedelmente il lavoro di progettazione e costruzione dell'orologio astronomico. La copia di questo testo, conservata presso la Biblioteca Capitolare di Padova, ne ha permesso la ricostruzione in epoca moderna.
Giovanni Di Dondi clock .png
Drawing of the bottom section of Giovanni de Dondi's astronomical clock, the Astrarium, finished 1364, Padua, Italy. This early weight-driven clock kept time with a balance wheel (crown shape, at top) driven by a verge escapement (wheel under it). This is one of the earliest existing drawings of those mechanisms. The balance wheel had a beat of 2 seconds. The actual clock was a lot more complicated than this drawing, which only shows the lower section containing the weights, escapement and main gear train. The upper section, mounted on top of this, had 7 dials, displaying the astrological motions of the Sun, Moon, Mercury, Venus, Mars, Jupiter, and Saturn. See Giovanni De Dondi's Astrarium. Alterations to image: converted to 8 color PNG.